Il grande tempio di Amon a Karnak

Luxor è una città dell’alto Egitto edificata sulla riva orientale del Nilo dove, in passato, sorgeva l’antica capitale del Regno d’Egitto, la città di Tebe e dove si trovano due imponenti templi, quello di Luxor e quello di Karnak.

Il fluire del Nilo da Sud a Nord delimitava per l’Egitto l’antico asse della terra, mentre il percorso del Sole, da Est a Ovest, incrociandosi con tale asse, determinava e definiva l’universo divino.

La riva Est del Nilo veniva destinata ai luoghi di culto in quanto da questa parte sorgeva il sole “Ra”, che era considerato la manifestazione creativa della vita, mentre l’altra sponda occidentale, dove il sole tramontava, l’aldilà, dove Ra si rigenerava, veniva destinata alle necropoli reali e civili, ove si trovano le tombe dei faraoni della Valle dei Re e della Valle delle Regine.

Il complesso templare di Karnak (Al Karnak è un vocabolo che significa “villaggio fortificato”) è il più gigantesco dell’Egitto, è un grande museo all’aperto dove sono presenti diversi templi: un settore è rappresentato dal Tempio di Luxor (chiamato anche Cappella Ipet Resut che rappresentava la casa delle donne di Amon-Ra che qui veniva venerato nella forma di Min, dio della procreazione) ma la parte principale è quella dedicata al Grande Santuario del dio Amon-Ra.
I due templi di Amon e di Luxor, da sud a nord, erano entrambi collegati in passato da vie sacre fiancheggiate da Sfingi e dove oggi, davanti al tempio di Amon, è possibile osservarne unicamente presenti oltre 40 sfingi dalla testa di ariete (il Viale delle Sfingi era conosciuto con il nome di percorso del dio). La costruzione di tutto il complesso di Karnak iniziò durante la XII dinastia dal Faraone Sesostri I (intorno al 2000 a.C.) e continuò, durante quasi 1600 anni, con le successive generazioni fino alla XXX^ dinastia dei sovrani (Epoca Tolemaica) e quindi dal Medio Regno fino all’epoca romana (30 a.C.). Il complesso monumentale racchiudeva tre grandi recinti in mattoni crudi con tre santuari ed altri numerosi edifici religiosi e profani: a Nord quello dedicato a Montu, a Sud quello sacro a Mut e al Centro il recinto di Amon-Ra: un quadrilatero immenso con una superficie di 27 ettari ed un perimetro di 2400 metri. A Nord, poco lontano dalla grande recinzione del tempio dedicato ad Amon-Ra, si trova il recinto dedicato al culto del dio tebano Montu, figlio di Mut e rappresentante la Luna, un antico dio guerriero armato di arco ed ascia e rappresentato con figura umana prima a testa di falco e poi di toro. Montu fu venerato fino a quando s’impose il culto di Amon (divinità chiamata anche Amen o Ammon ed il cui significato è “l’occulto, il nascosto”). Amon, il dio della città di Tebe, era adorato come il supremo creatore ed era la divinità più importante degli egizi sino a quando non si “fuse” con Ra per divenire il grande Amon-Ra.
A Sud si trova il recinto sacro dedicato alla dea Mut, (sposa di Amon, seconda persona della divina triade di Tebe, raffigurata come donna che porta sul capo una acconciatura a forma di avvoltoio o a volte anche come donna a testa di leone). In questo recinto ci sarebbero state ben 365 statue della dea Sekhmet, rappresentanti la dea leontocefala sia assisa in trono che altre 365 in posizione verticale, una per ogni giorno dell’anno. (l’anno egizio era composto di dodici mesi, ciascuno di 30 giorni più 5 giorni “epagomeni”).

Il tempio è poi circondato su tre lati da un Lago Sacro a forma di crescente lunare.
Il Lago Sacro rientrava nei componenti essenziali del tempio dell’antico Egitto in quanto vi era una motivazione religiosa per la presenza dell’acqua del tempio e cioè il collegamento con il fluido liquido originale, il Nun, l’oceano primordiale. Infatti, il sole, inteso come Khepri, sorgeva rigenerato dal Nun nell’ultima parte del suo viaggio notturno e sotterrano (Khepri, il dio sole raffigurato come scarabeo o in forma umana con uno scarabeo al posto della testa, era una forma di Ra al mattino, la manifestazione del dio-sole del mattino: il Dio-sole morto, a testa di ariete, si trasformava al termine della notte, in uno scarabeo e rappresentava “il venire ad esistenza” del sole del mattino.

Al Centro, fra le due menzionate recinzioni, c’è il terzo recinto costruito in un quadrilatero immenso. In questo recinto troviamo un tempio dedicato a Khonsu (“colui che attraversa il cielo”), divinità benefica che era considerato un dio lunare; figlio di Amut e Mut e facente parte della triade tebana) era, come quasi tutti gli astri del Sistema solare, un horus-falco contraddistinto dal Crescente lunare ed era, infatti, rappresentato come uomo con la
treccia dell’infanzia e recava sul capo il crescente lunare, come il dio Toth ed a volte era ieracocefalo ed assimilato al dio Ptah-Solar. Khonsu era un dio psicopompo, guidava il ba (la parte divina, l’anima) dei defunti nell’aldilà.

Vicinissimo ed accanto al tempio di Khonsu si trova quello tolemaico della dea Ipet, dea della fecondità, ove veniva celebrata la nascita celeste della luce primordiale; nelle cripte del tempietto la dea, assimilata a Nut (la dea del cielo), diveniva la “madre della luce”. In questo terzo recinto centrale troviamo un grande tempio dedicato ad Amon-Ra, dio della città di Tebe e dell’intero Egitto (unione tra il dio Ra di Eliopoli ed il dio Amon di Tebe). La parte principale del tempio fu orientata lungo l’asse da nord-ovest a sud-est, facendo sì che la sua direzione fosse in corrispondenza della levata del Sole al Solstizio d’Inverno (simbolo di rinascita), così da consentire ai suoi raggi di penetrare, la mattina del Solstizio, nel Sancta Sanctorum, baciare la statua del dio e fornirle l’energia vitale, laindex rinascita annuale.
In questo tempio (in antichità chiamato Ipet Sut – “la sede più venerata“) si teneva ogni anno la festa di Opet e da qui partiva quel lunghissimo Viale delle Sfingi che permetteva, in questo modo, il trasporto della barca sacra durante la festa di Opet.
Qui si trova un altro Lago Sacro, quello di Amon, uno tra i più grandi laghi templari.
Questo lago venne realizzato prelevando l’acqua del Nilo e qui, in passato, vivevano le oche sacre, simbolo del dio Amon e simbolo primordiale delle acque stesse del Nilo, da cui era generata, secondo il culto, tutta la vita e la creazione stessa del regno d’Egitto.
Una parte fondamentale del complesso templare di Karnak in Egitto, poi, è la grande Sala Ipostila, all’interno del pre-recinto del tempio di Amon-Ra. In questo sito v’è il santuario dov’era custodita la Barca Sacra.

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