Collegio di Perfezione ATON n. 014 – Oriente di Cagliari nella valle del Tirso

Il dio Aton è indissolubilmente legato alla figura del faraone Amenhotep IV/Akhenaton, tuttavia, anche se si è soliti indicare il faraone Amenhotep IV quale fondatore del culto atoniano, già precedentemente il culto di Aton era assurto a maggior livello, con Thutmose IV, e ancor più con Amenhotep III[2], nel periodo in cui l’influenza asiatica si era fatta maggiormente sentire in Egitto. A quest’ultimo, immediato predecessore di Amenhotep IV, si deve infatti il primo allontanamento della casa regnante dal centro cultuale per eccellenza del dio Amon a Karnak, nei pressi dell’odierna Luxor, con la costruzione della reggia, e del proprio complesso funerario, in un’area oltre il Nilo, l’odierna Malqata, i cui unici resti ancora visibili sono i Colossi di Memnone. Tale operazione si inquadrava nel tentativo di sottrarre la casa regnante al potere dei sacerdoti del dio Amon insofferenti al ruolo strettamente religioso[2].

Su tale preesistente situazione politico-religiosa si poggiò la scelta di Amenhotep IV che, tra il secondo e terzo anno di Regno fece erigere a Karnak, sede del complesso dedicato ad Amon, un grande tempio dedicato ad Aton. Successivamente, tra il quarto ed il sesto anno di regno, il re mutò il suo nome da Amenhotep (Amon è soddisfatto) in Akhenaton (Effettivo spirito di Aton) e trasferì la capitale in una città fatta appositamente costruire, Akhetaton (ovvero Orizzonte di Aton), a circa 250 Km da Tebe. Anche la scelta di erigere una città ex-novo, in un’area non ancora subordinata ad alcuna divinità, denotava l’intento di distaccarsi non solo dal credo amoniano, ma anche da qualsiasi altra divinità preesitente. In tal senso, e facendo riferimento all’attuale denominazione dell’area in cui sorgeva Akhetaton, il periodo va sotto il nome di Eresia Amarniana. Benché di durata minima rispetto alla millenaria storia dell’Egitto (si calcolano circa 17 anni[3]), il periodo dell’eresia amarniana permeò di se non solo la vita politico-religiosa, ma anche quella artistica con canoni così particolari da rendere immediatamente riconoscibili le opere scultoree e pittoriche di tale periodo.