Collegio di Perfezione “Ankh” – Oriente di Quartu S. Elena nella Valle del Su Pau

 

L’Ankh , conosciuto come “la chiave della vita” o “la croce della vita”, è uno dei simboli più noti dell’antico Egitto e risale al Primo Periodo Dinastico (attorno al 3150-2613 AEC). Si tratta di una croce sormontata da un cerchio, spesso ornata con simboli o fiori decorativi, ma il più delle volte è una semplice croce dorata. Il simbolo è un geroglifico egiziano che simboleggia “la vita” o “il soffio vitale” (‘nh =ankh) e, siccome gli Egizi credevano che il proprio viaggio sulla terra rappresentasse soltanto una parte di una vita eterna, l’Ankh simboleggia sia l’esistenza mortale che la vita dopo la morte. È uno dei simboli più antichi dell’Egitto, spesso visto assieme ai simboli djed e was, che veniva portato da una moltitudine di divinità egizie sui dipinti e le iscrizioni tombali e indossato dagli egizi come amuleto.

Le origini dell’Ankh rimangono sconosciute. L’egittologo Alan H. Gardiner (1879-1963) pensò che si sia sviluppato dal laccio di un sandalo con il cerchio superiore che girava attorno alla caviglia e la parte verticale attaccata a una suola sui piedi. Gardinier giunse a questa sua conclusione perchè la parola egiziana per “sandalo” era “nkh”, la quale veniva dalla stessa radice di “ankh” e, inoltre, perchè il sandalo rappresentava una parte della vita quotidiana degli egizi per cui, il simbolo dell’ankh, divenne il simbolo della vita. 

L’associazione dell’Ankh con l’oltretomba l’ha reso un simbolo particolarmente potente per i cristiani copti d’Egitto durante il IV secolo, i quali se ne appropriarono. Quest’uso dell’Ankh come simbolo della promessa di Cristo di vita eterna attraverso la fede nel suo sacrificio e risurrezione, è molto probabilmente l’origine dell’uso cristiano della croce come simbolo di fede al giorno d’oggi. L’ankh, il quale era già stato affermato come simbolo della vita eterna, divenne facilmente assimilabile nelle prime fasi della fede cristiana e continuò come simbolo di quella religione.